giovedì 17 maggio 2007

UN PICCOLO ATTIMO SPECIALE

Tra notte fonda e mattino, c'è un piccolo attimo speciale, in cui si perdono i contorni di cose e discorsi. E in cui tutto può scivolare facilmente.

Delle volte neanche te ne accorgi: ti sembra di essere in te, di sapere quello che fai, ma la sensibilità può raggiungere picchi inimmaginabili.

Più spesso ti sembra di essere fuori da te stesso, di non riconoscerti.
E' una specie di follia molto lucida, cui ti abbandoni con incoscienza, ma è da questo stato alterato della mente che scaturiscono le idee più potenti... decisionali o creative che siano.

Il dolore non è mai solo dolore.
Se così fosse ce ne staccheremmo con disgusto.
Il più delle volte è un ricordo che ti sforzi di inseguire e rivivere.

Il dolore, quando non hai altro che ti faccia sentire reale, diventa quasi una cura al senso di mancanza o d'inutilità.

Ma è proprio quando ti trovi in uno di questi momenti di epifania, che guardi un dolore e lo vedi per quello che è, senza pensare che è proprio il tuo, e puoi decidere se ti fa schifo abbastanza, se ha fatto il suo corso o te ne serve ancora un pò.

A volte, semplicemente, ti rendi conto che non puoi farci niente, che quella ferita non si può rimarginare.

E allora forse, l'unica soluzione è toglierle nutrimento, cioè pensiero.

Il che non vuol dire cercare di distrarsi a tutti i costi(tanto è impossibile), ma decidere di cambiare approccio pratico, e orientarsi di conseguenza rispetto alla realtà.

PICCOLO ATTIMO SPECIALE di stanotte:
mi sono resa conto che da un certo punto in poi, tutte le volte che mi sono ritrovata davanti un problema più grande delle mie forze, la risposta stava nel capire che io non potevo controllarlo.

E nel concentrarsi su un obiettivo pratico stimolante.

Alla fine della fiera, in tasca, oltre ai soliti pensieri, uno si ritrova la consapevolezza di poter andare oltre i limiti che prima credeva di avere.

Il che, inevitabilmente ci cambia.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

... mumble ...

Anonimo ha detto...

...quei momenti sono i più produttivi della giornata secondo me...sarà il silenzio della città, sarà il buio che tutto livella e appiana, c'è la luce gialla dei lampioni insieme al nero della notte che rende tutto meno distinguibile...tutto perde di importanza e puoi guardare verso le persone e le cose con uno sguardo che non hai durante la giornata.
puoi parlare con una cara amica a bassa voce, guardandola negli occhi e non temere distrazioni, che qualche parola sfugge alla comprensione...
ci si sente più forti, o forse semplicemente più incoscienti, e ci si pone più fiducia nelle proprie capacità.
ora, cate, tu sai benissimo che quei momenti per me sono molto importanti e come ho detto prima, credo anche più produttivi, anche se l'occhio ogni tanto parte per la tangente e vedo piccoli elefantini rosa che ballano lo schiaccianoci...oppure un semplice balletto che ti dà la voglia di restare lì e dimenticare che dopo qualche ora devi andare a lavorare;
ma è proprio per questo che adoro quel momento della giornata...
quindi vivi, crea, pensa, immagina, prova emozioni...anche il dolore, concentrati ogni volta che vuoi e che puoi, e la mattina dopo ti troverai più piena di emozioni...un bacio

Categong ha detto...

Grazie Bill, sono commossa!
Sei meglio tu del tiramisù!
Per fortuna, in ogni caso, questo non è un periodo doloroso per me, quindi raccolgo soprattutto l'invito a creare ed emozionarmi.

Allora non me li sono sognati quei piccoli pachidermi che facevano rond des jambes sul tavolo della cucina...
a questo punto che dici, chiedo conferma anche ad Uma o chiamo direttamente la disinfestazione?

Anonimo ha detto...

...no niente disinfestazione...sai con quelle schifezze chimiche si espande il buco dell'ozono...meglio chiedere ad uma davanti ad un bel bicchiere di collesecco!

Anonimo ha detto...

(a Cate e Bill)
Ad un certo punto gli elefantini rosa, stanchi, devono essersi seduti su di me... ho ancora i postumi dei vostri attimi e del balletto!
Vi ho adorati finché la stanchezza non mi ha offuscata .....

Nelle settimane che verranno voglio 'concentrarmi'. Grazie Cate