sabato 18 ottobre 2008

LOST IN TRANSLATION

Visto che ormai mi leggono in quattro,
e tutti gli altri che passano di qui cercano
quasi sempre una soluzione all'ansia da prestazione,
a questo punto mi è concesso scrivere un po'
quel che mi pare.

Allora mi umilierò pubblicamente
ammettendo che dopo cinque giorni
di Inghilterra ho goduto come un riccio
sentendo il vicino di coda alle poste
bestemmiare in pescarese stretto.

Credevo candidamente di essere
in grado di comprendere la lingua.
Le parole che ho usato di più devono essere suonate
più o meno così, al londinese medio:
"Parli leeeeentamente per favooore".

Il fatto è che gli inglesi, nel parlato,
devono aver scordato di togliere il t9.
Da qualche parte deve esistere un cimitero delle vocali
con tanto di pagoda e lapide commemorativa.

D'altra parte non è colpa mia.
Avevo il chip del linguaggio rotto.
O forse le orecchie tappate.
O peggio ancora,
avrò premuto il tasto "avanti veloce".

I miei lineamenti nordici o quasi
devono aver ingannato più di un malcapitato.
Compreso il ragazzo indiano che ha tentato
per tre quarti d'ora di farsi capire da me e K-Pax.

Solo che il mio infingardo compagno di viaggio
sorrideva come se fosse nel suo elemento,
e quando alla fine gli ho chiesto:
"si ma, esattamente,
Cosa ha detto?!"
Lui, candidamente ha ammesso:
"Non ne ho idea, ma tu continua ad annuire."

venerdì 10 ottobre 2008

NELLE PUNTATE PRECEDENTI

Vorrei poter dire di aver salvato la cheerleader.
O magari di essermi teletrasportata
in un qualche paradiso fiscale,
in un qualsiasi atollo tropicale dal nome esotico.
Caio Prosciutto, per dirne uno a caso.

Invece al mio stipendio mancano ancora i sei zeri previsti.
Non sto progettando villaggi vacanze per sceicchi fai da te.
Nè la nuova casa mobile di Moira orfei.
E neanche la cuccia per il cane del paese.

Piuttosto, probabilmente, mi toccherà inventare
rapaci meccanici per mettere in fuga i piccioni
recentemente sfrattati dalle buche pontaie della chiesa.

Io e K-Pax siamo stati adottati dalla signora
che abita di fronte, la quale evidentemente
ci vede denutriti
e provvede a dispensare manicaretti meravigliosi
rigorosamente fatti con le sue manine d'oro.

Quest'estate siamo stati in Trentino.
Rubare una mela dall'albero non ha prezzo.
Anche se poi è lei che aggredisce i tuoi succhi gastrici,
e non viceversa.
Naturalmente, da bravi architetti,
abbiamo fatto il tour culturale:
Magna longa (venti portate suppergiù)
e fabbrica della birra Forst (su suggerimento
dell'amico distillatore abusivo di birra a tradimento).

Per l'Inghilterra invece ci vuole un post a parte...