mercoledì 31 ottobre 2007

L'ANTRO DELL'ARCHITETTO

Gli architetti amano le lampade.
Questo assunto è valido tanto quanto
"the pen is on the table".

Se avete capito questo
andrete molto daccordo col vostro amico architetto.
Ed entrando in casa sua non gli chiederete se
arrotonda facendo il rappresentante per Artemide.

Molto spesso, pensando di non possederne abbastanza,
ne autoproduce in stile art attack.
Quasi sempre in fil di ferro e carta di riso,
quasi esclusivamente con le lucine bianche di natale
che fanno tanto vorrei farla coi led, ma non posso.

L'architetto è di sinistra per costituzione.
A prescindere dalle convinzioni politiche di base.
Perché è troppo difficile superare il senso del ridicolo
che si prova di fronte all'espressione intellettuale di destra.

Così invece può ammazzarsi di canne
e dare feste impegnate dove la gente si sente libera di sedersi per terra o ballare la pizzica, discutendo di tutto fuorché di architettura.

La lampada d'ambiente in questi casi è un must.
Non produce luce, ma appunto, fa molto ambient.
Bordello russo o fumeria d'oppio, poco importa.

L'essenziale è che l'illuminazione non sia sufficiente a distinguere, tra la folla degli imbucati, i quindici invitati di partenza.

lunedì 29 ottobre 2007

FRASI SFATTE

Carissimo esemplare di uomo, dico a te.
Se sei un eterno romantico e leggi quanto segue, la tua ammirazione per il genere femminile potrebbe vacillare e precipitare definitivamente.
Ma forse, in compenso, potresti entrare a far parte di quel due per mille di consumatori consapevoli che maneggiano le femmine come provetti artificieri.

Sappi che chi dice donna, dice nitro.
Smanacciare con prudenza.
Tenere lontano da fonti di calore, perché più fa caldo, più abbiamo freddo.
E soprattutto, non accennare a date di scadenza o rottamazione.
Neanche sotto minaccia.

Cosa: "Dici che sto invecchiando?"
Coso: "Per la tua età ti tieni bene, cara."

Specialmente se di anni ne abbiamo ancora meno di trenta.
Ma tu fai conto che anche a settant'anni valga lo stesso principio, e andremo sempre daccordo.

"E' interessante la tua amica!"

Soprattutto se l'amica è carina.
Se invece è un mitile inguardabile,
via libera: passerai per uno sensibile.

Coso:"Muoviti a prepararti!"
Cosa: "Anche tu, però."
Coso: "Io faccio subito."

Specialmente se, quando alla fine siamo pronte,
sei tu a doverti ancora lavare, vestire, spegnere il computer, impacchettare una marmitta per spedirla fermo posta, ridacchiare davanti alla televisione, pulire i moscerini dal casco della moto.
E nel frattempo a noi non resta che sudare nel cappotto, con le chiavi della macchina in mano.

"Lascia fare a me, che lo faccio meglio."

Se anche fosse vero, non ci interessa.

"Mia madre faceva in un altro modo."

Come sopra.
Anche peggio, se possibile.
Puoi sostituire qualsiasi cosa al "faceva":
l'iritazione non cambia.

"Attenta a non romperlo."

Specie dopo che tu ci hai distrutto, nell'ordine:
una coperta in pizzo versandoci l'attack,
l'antenna della televisione,
la nostra maglietta preferita,
la sostituta della maglietta preferita,
e un set completo di tazzine da caffè.

"Dovresti curarti di più dentro casa."

Per protesta potremmo arrivare ad uscire in ciabatte, piuttosto.

"Non hai steso i calzini come piace a me."

E quindi la prossima volta non li stenderemo proprio.
Mi sembra logico.

Ma la summa di tutte le disgrazie oratorie è questa combinazione letale.
Una vera e propria killer combo da usare solo se non hai il coraggio di mollarci.

"Forse non dovresti mangiare tutto quel cioccolato."

Io lo dico per te.

Poi, se hai istinti autolesionisti, fai pure.
Puoi anche finire l'ultimo quadretto di fondente e metterci in mano un coltello a serramanico.

Il giudice ci accorderà la legittima difesa.

domenica 28 ottobre 2007

I CONIGLI ROSA UCCIDONO

Lo diceva il mio amico Dylan Dog.
Ma io avevo il coniglietto Mario.
Un giorno vi parlerò di lui.
E avevo Bugs bunny.
E Roger Rabbit.
E Harvey.
E son cose, queste, che un fumetto non potrà mai capire.
Anche se somiglia a Rupert Everett e di professione fa l'indagatore dell'incubo.

I tempi però sono cambiati.
Avremmo dovuto intuirlo quando le pubblicità cominciarono a popolarsi di coniglietti iperattivi con una pila alcalina insuppostata proprio lì dove non batte il sole.
Quale bestia onesta avrebbe mai accettato di farsi una tinta simile?

Competitivi come gli higlander.
Perché alla fine ne resterà uno solo.
Disonesto, per giunta: sono vent'anni che si dopa indisturbato.
Perché i fessi sono gli altri, che si ostinano ad usare le comuni zinco-carbone.

E se non fossimo pecoroni pure noi, lo capiremmo che un coniglio vero non può campare così a lungo.

Io ho sospetti anche sul Tippete di Bambi.
Secondo me quello comunicava in morse con i cacciatori che fecero fuori la mamma di Bambi.
Ecco perché tutto quel battere di zampa.

La conferma mi è arrivata col coniglio di Donnie Darko.
E la certezza, infine, la devo al coniglio mannaro di Wollace&Gromit.


Ai giorni nostri una nuova generazione minaccia di impossessarsi del pianeta.
Sotto mentite spoglie tende le avide zampette verso i poveri web addicted.
Come nei film sugli alieni o sui robot cattivi.
Una minaccia con un nome raccapricciante.
Nabaztag.
Prossimamente su questi schermi:
IL SIGNORE DEI CONIGLI.

L'unico coniglio buono è un coniglio morto.

giovedì 25 ottobre 2007

IN LIBRERIA

Interno giorno.
Cate e Deliziosamente cretina gigioneggiano in mezzo alla carta stampata e patinata.
Una signora legge con gusto la terza di copertina di un libro.

Cate: Se non fai la brava ti regalo l'ultimo di Fabio Volo.

DC: Magari! A me piacciono questi libri un po'...
Cate: "Frivoli"?

DC: Veramente io stavo dicendo "senza pretese".

La signora poggia il libro e se ne va.
La cassiera ci guarda con riprovazione.

Fabio Volo ci chiederà i danni.

martedì 23 ottobre 2007

THE GONG IDENTITY


La signora qua sopra non sono io,
ma la mia segretaria interiore
in una foto di repertorio.

Ha chiesto un time out più di sette giorni fa.
Ma la sottoscritta, francamente, se n'è infischiata.

Allora la sciura è entrata in sciopero.
Si è data al consumo indiscriminato di endorfine
che ha autoprodotto in non so quale distilleria abusiva
tra cervelletto e corpo calloso.

Ha seviziato ogni singolo neurotrasmettitore disponibile,
propinandogli una collezione completa delle più belle puntate di Ciao Darwin.

Attualmente risiede in una specie di limbo neurovegetativo da cui continua a scrivere lettere anonime al mio super Io, per convincerlo ad esautorarmi e ad inserire la guida automatica, prima che sia troppo tardi.

Dice che non posso continuare a fare questa vitaccia dissoluta.
Che leggere e commentare in modo sensato sessanta post insieme ai relativi commenti ogni giorno richiede una dieta a base di idrocarburi liquidi, una nullafacenza pressochè completa, e un fidanzato molto più assente di quello che mi ritrovo.

Per commento sensato intendo qualcosa di più dei soliti:
"Mi hai fatto ridere"
"Hai proprio ragione"
O, in questo caso specifico:
"Ma insomma, chi cavolo è Gong?!"

Per idrocarburi liquidi,
intendo idrocarburi liquidi.

Per fidanzato assente intendo uno che vedi due volte a settimana,
quando e se hai deciso di uscire,
carina e truccata come una diva di Hollywood,
profumata come una commessa di Douglas.

Mentre invece io col mio ci abito,
e non mi accorgo più nemmeno se si è fatto la barba
o se è stato sbranato dal cane dei vicini,
se non viene, sanguinante, a scrivermelo in un commento.

Motivo per cui, dopo aver resistito lungamente
alla sciura diabolica di cui sopra,
nonché al fidanzato ormai geloso solo del computer,
vi informo di aver patteggiato la seguente riabilitazione.

D'ora in poi continuerò a leggervi e commentarvi tutti.
Ma disapproverò silenziosamente chi posta ogni giorno più volte al dì.

Perché sono invidiosa di tanta creatività, ovviamente.

sabato 20 ottobre 2007

IL NICK-NAME DELLA ROSA.

Può capitare che un'amica ti chieda di aiutarla a scegliere il suo nick.

Amica: Lo vorrei giapponese.
Shinobi non me lo accetta, è già stato preso.
Cate: Prova Masako.

Amica: Fa troppo signora di mezza età.
Vorrei un nome fresco, da ragazzetta.
Cate: Dobbiamo assolutamente scoprire come si dice Deborah in giapponese.

Amica: Ma anche un nome che evochi leggerezza.
Pois, per esempio.
Però è troppo corto.
Cate: Puntino fa un filino troppo prosaico, vero?

Amica: Anche taffetà non sarebbe male.
Solo che in francese lo hanno già preso.
In iraniano non è abbastanza lungo.
In italiano non mi piace.
Cate: ...

Amica: Oppure un cartone animato.
Memole, per esempio!
Era così carina.
Cate: Ossignur.

Amica: Solo che anche questo è già stato preso.
A questo punto mi butto sulle figure retoriche.
Litote!
"litote" è perfetto!!!
Cate: Ti rispecchia anche come persona.

Amica: Ma non è possibile...
Anche questo mi hanno già preso.
Litote con la L maiuscola proprio non lo voglio.

Cate: Tu però contattala, sta' litote con la l minuscola.
Secondo me avete molto in comune.
Amica: ...

Cate: Ce l'ho: "Deliziosamente cretina".
Amica: Lo spazio tra le due parole non si può mettere.

Cate: Ah! peccato però.

giovedì 18 ottobre 2007

SENZA TITOLO

C'è un momento in cui la giostra si ferma.
Non è necessario che tu l'abbia deciso.
A volte avviene così.
Che non l'hai preparato.
O desiderato.
O temuto.

Avviene e basta.

E ti soffermi sulle cose da nulla.
Indugi sui tasti perché le mani vogliono scrivere.
Ma cosa, ancora non lo sai.

Succede che spegni il senso critico,
la tua corazza a doppio taglio,
e ti perdi nel divagare dei tuoi pensieri.

Stasera la vertigine si fermerà sul tasto "pubblica".
Guarderà avanti e indietro,
sull'orlo di un'indecisione solo accennata.

Poi anche queste parole cadranno nel calderone che tutto ingoia.
Che considera vecchio ciò che ha già consumato.
Anche se vecchio non è.

Solo che è già detto.

Come le vergogne e le polemiche sui giornali,
quando tutto sembra drammatico,
finché un giorno ti svegli e un altro scandalo le ha sommerse.

In fondo sarebbe più facile se le sensazioni bruciassero a questa velocità.
Senza lasciare traccia.
Sarebbe più facile perdonare.
Perdonarsi.

Accettare,
semplicemente,
che in un mondo così veloce,
si deve imparare a cicatrizzare più in fretta.

martedì 16 ottobre 2007

TELEFILMAMI TUTTA

Siamo la telefilm generation.
Dopo i cartoni animati sono stati i telefilm la nostra balia asciutta.

Ci abbiamo fabbricato sopra tutto il sistema dei riferimenti familiari.
Ecco perché, poi, uno si arrabbia coi genitori,
se non gli fanno come minimo due sorelle e tre fratelli.

O ci rimane male, una volta appurato di avere
lo stesso e identico nasone di papà,
mentre invece i Robinson non avevano due figli due
con lo stesso colore della pelle.

Io poi confesso di non aver ancora capito la differenza
tra i genitori normali e quelli in blue jeans.

Siamo cresciuti identificandoci in individui potenzialmente psicotici. A tratti materialmente pericolosi.

Prendi un Mac Gyver, per esempio.
Che tu gli dai una penna ed un cavatappi,
e lui ne ricava un lanciafiamme.
E' per colpa sua che il mio ragazzo smonta qualsiasi cosa
gli capiti a tiro.

Abbiamo confidato nei supereroi.

Quelli che quando tiravano un cazzotto
facevano comparire in aria una scritta onomatopeica colorata
con un punto esclamativo in fondo.

Oppure andavano in giro con costumini assolutamente retrò,
pieni di stelle e fasce dorate tra i capelli,
che manco l'omino Galbusera...
E poi andavano al lavoro con gli occhialoni
da segretaria sexy ma anche un po' cozza.
(Leggi Wonder woman).

Oppure che erano vivi per miracolo.
E potevano aprire la porta di un bunker con l'unghia del mignolo.
E scusateli se è poco.

Molti adolescenti hanno acceso ceri chiedendo che
Brenda e/o Kelly, prima o poi, tornasse con Dylan.
Io francamente dormivo ugualmente bene, la notte.
Ai compagni di scuola che mi dicevano cose tipo:
"Loro sono come noi"
Io rispondevo che secondo me erano i Visitors, tornati sul pianeta terra dopo l'insuccesso degli anni ottanta.

Abbiamo condiviso i dolori del giovane Dawson e della di lui cricca.
Le ragazzine hanno odiato Joey.
I ragazzini invidiato Pacey.
Nessuno poteva vedere Dawson.
Ma si sa che gli eroi romantici non tirano più da un pezzo.

Qualcuno ha adorato due donne insopportabili,
madre e figlia,
che parlavano in continuazione
senza mai sputare un attimo...
Mettendo a dura prova doppiatori e stomaci deboli.
Io non sono tra quelli.

Abbiamo sognato di avere amici che sapessero fare cose fuori dal comune.
Io adoravo automan.
Adoravo cursore.
E quella macchina che sterzava in linea retta a velocità agghiaccianti.

Che poi adesso si lamentano che la gente corra in macchina...
Ad automan non l'ha mica mai multato nessuno.

E quel celeste elettrico che spuntava appena sotto lo smoking deve aver introdotto ai bollori dell'età adulta più di una ragazzina.

Abbiamo partecipato ai sogni di gloria di cantanti e ballerini.
Che dopo quel telefilm nessuno li ha più visti sulla faccia della terra.
E quindi rettifico.
Abbiamo partecipato ai sogni di gloria infranti di cantanti e ballerini.

Abbiamo invidiato David Hasselhoff, alias Mitch Buchannon, alias Michael Knight.
Prima per la Super car.
Poi per le bagnine che corrono corrono corrono.
Adesso per il conto in banca, suppongo.
(chi ha colto la citazione vince un cenno d'approvazione)

Infine, oggi, ormai assuefatti,
ci abbrutiamo regolarmente
con serie su medici, avvocati e poliziotti.
Come se al mondo non esistessero
altri mestieri degni di telefilm.

Ma parlerò anche di loro,
prima o poi.

venerdì 12 ottobre 2007

LE DIECI COSE CHE ODIO DI TE

Premesso che anche se vi rileggete in qualcuno dei seguenti aspetti, ciò non significa che mi stiate del tutto e senza scampo sui maroni.

Se vi leggo vuol dire che vado oltre le apparenze,
e un briciolo di luce, in fondo al tunnel,
l'avrò pur visto.

Esistono tanti modi per rendersi insopportabili.
Difficile metterli tutti insieme,
ma facilissimo caderci senza rendersene conto.

Dopo un sentito brainstorming con gli amici di jaiku,
ecco a voi le dieci cose da non fare se non volete risultare insopportabili ai più.

O attirare potenziali maniaci sessuali.

1)Hai trent'anni o poco meno,
l'età della menopausa si avvicina...

Per quanto tu sia giovanile,
la scritta glitterata di Hallò Kitty poco ti si addice.


(E oltretutto non si legge)

2)Capisco che ami i gatti.
Lo hai scritto in tutti i modi,
con ogni bannerino possibile e immaginabile,
col nick e con l'avatar,
con le icone votive e con i leccacuccioli di corredo...

Ma non puoi postare ogni due giorni le foto dei tuoi beniamini.
Ormai chiamo per nome ogni singolo pelo del loro culo.

Acari compresi.

3)Comprendo perfettamente che il tuo ego è cresciuto a dismisura.
Che la classifica di blogbaracca si è presa il tuo cervello
e lo sodomizza, ininterrottamente, da mesi.

Ma a me,
della tua influenza,
non me ne po' fregà de meno.

Soprattutto visto che non hanno ancora identificato il ceppo per sintetizzare la cura.

4)Posso accettare che tu sia povero ma bello.
La pubblicità, in fondo, è l'anima del commercio.

Ma io, ti giuro, nella tua pagina di pubblicità,
ho difficoltà a trovare i post.

Oltre al fatto che la logica degli adsense spesso mi sfugge...

Com'è possibile che se tu fai un pezzo in sostegno
dei monaci buddisti martoriati dalla dittatura,
Google mi propone viaggi alla scoperta della Birmania autentica?!

5)Appurato che i tag servono a trovare
più velocemente un articolo all'interno di un blog.

Appurato che ognuno è libero di scegliere le parole chiave che preferisce.

Anche di ripetere tutto il post e aggiungerci qualche parola trendy a caso.
(Esempio di Lazbaj :"ieri"," ho", "bevuto", "una, birra", "e", "mi", "sono", "grattato", "il"," çulo", "ca§§o", "4iga", "sesso", "web2.0", "google")

Fammi capire, geniaccio che non sei altro,
per quale motivo ad un post di venticinque parole
devi per forza assegnare ben diciotto tag.

Fai esercizio di scrittura ermetica o cosa?

6)Non so quale infanzia tu abbia avuto.
Magari ti obbligavano a vestirti solo di bianco
e a scrivere lettere dell'alfabeto grandi come un foglio A4.

Ma adesso tutto ciò è finito.
Capisci?
Fi-ni-to.

Esci da questo corpo 8 bianco su sfondo nero.
Non attaccarti al lavoro del mio oculista.

7)Hai un sito fighissimo.

Ci manca solo Ambrogio che mi offra un ferrero Rocher ad ogni accesso.
Solo che ogni volta che cerco di caricare la tua pagina ci metto due ore.

Non è che sarà il caso di togliere qualcosina?

8)Vieni sul mio blog,
guardi le figure,
mi fai i complimenti
e mi proponi lo scambio di link.

Almeno fermati a fumare una sigaretta,
dopo.

9)Linki in continuazione le stesse tre, quattro persone.
Rispondi solo a loro, nei commenti.

Io che ti leggo e commento da mesi non so se esisto per te,
o viviamo in due universi paralleli.

Ho paura di svegliarmi, un giorno,
e ritrovarmi nella schiena la pallottola del Sesto Senso.

10)Hey, tu!
Dico proprio a te...

Cioè, volevo dire a me...

La finisci di scrivere post stronzi come questo?!

PS: Adesso non so su quanti ceci ardenti mi farà camminare l'amico Kabalino, che non fa nessuna di queste cose...

mercoledì 10 ottobre 2007

CONVERSAZIONI PRE-ESAME

Il professore arriva zoppicando lievemente.
Saliamo insieme in dipartimento, con l'ascensore.

Cate: Tutto bene?
Professore: Oggi ho la sciatica.

Cate: Anche io l'ho avuta.
Professore: E come ha risolto?

Cate: Sono dimagrita e ho smesso di portare i tacchi alti.
Professore: ...

Cate: Ovvio che la soluzione non faccia al caso suo.

martedì 9 ottobre 2007

QUOD NON FECERUNT BLOGGERS... FECERUNT TUMBLERINI

Dopo la personalità confusa è arrivata anche la persona depressa.
C'è chi non ci dorme più la notte.
Chi fa sistemi e contro-sistemi per scovarla tra i propri contatti twitter.
Chi è convinto di sapere,
e chi, fondamentalmente, se ne frega.

Vale a dire il 99,95% dei bloggers italiani.

Se fosse estate sarebbe un tormentone.
Ma essendo gli ombrelloni chiusi da un bel pezzo,
è diventato una specie di giallo a puntate.

Con tanto di vittime predestinate e illustri.
Sempre le stesse, oltretutto.

Lo spirito di Zorro è con lei.
La satira blogbabelica, in fondo, diverte e incuriosisce.
E' quasi un onore essere nominati.

Io che conto quanto il due di bastoni,
confesso di aver gongolato
come se mi avesse preso in giro la Littizzetto in persona...
E faccio presente che sono stata paragonata ad un CATEtere.
Ma dico io...
Parafrasando Arbre Magique gusto mango...
WHY CATETERE?!

Se non altro, ero in accoppiata con Nostra Signora dei twittatori.

Per concludere, ecco il Cate pensiero in proposito...

Certi tumbleblogs sono veri e propri Blogger's digest.
Altri sembrano statue di Pasquino.

Il re è nudo.
Povero re.
(E povero anche il cavallo)

Chi cita invita...
A parlare di sè.
E tanto di cappello alla persona depressa che ci è riuscita.

sabato 6 ottobre 2007

PRIVACY, QUESTA SCONOSCIUTA

Da quando ho aperto questo blog,
la pazienza del mio ragazzo è stata messa a dura prova...

Ormai gli amici gli mandano messaggi di questo tenore:
"Ho letto sul blog di Cate che avete una nuova ragazza a casa...
Ma dove l'avete messa? Nello sgabuzzino?!"


Dopo questo post,
ho il fondato timore che tornerò single.

giovedì 4 ottobre 2007

PERCHE' CI VUOLE ORECCHIO

Anzi parecchio.
E io non ce l'ho.
Quando dormo, almeno.

Stanotte alle cinque, la mia nuova compagna di casa è rimasta chiusa fuori dalla stamberga.
Sul pianerottolo.

Praticamente un imbarazzo pari solo a quello che provo
nell'incubo ricorrente in cui discuto la tesi in mutande.


Perchè il palazzo pende e la porta si chiude da sola.

Ovviamente, si è attaccata al campanello.

Se ci fossi stata solo io avrebbe potuto suonare anche le trombe dell'apocalisse, senza peraltro riuscire a schiodarmi dal cuscino.

Come quella volta che si incendiò un'ala dello stabile,
e Uma, venendomi a chiamare,
si sentì rispodere che non le credevo e
che era solo un pessimo trucco
per estirparmi dalle amate lenzuola.



Mi svegliai appena in tempo per vedere un vecciasino mezzo abbrustolito, portato fuori a braccia dai pompieri con tutta la poltrona.

Col telecomando ancora in mano.

Che lui voleva solo vedere Uno mattina.

Niente da stupirsi quindi,
che sia stata proprio Uma a soccorrere la malcapitata nottambula.

K-pax il mattino dopo ha riferito
di aver sentito le voci.

Io le voci le sento per i fatti miei...
Ma stavolta proprio nulla.

Un giorno,
magari dopo un terremoto,
leggerete il mio nome sul giornale.

Quel giorno ricordatevi di questo post.

FREE BURMA


CHE L'URLO DEL SILENZIO POSSA ESSERE ROTTO DAL
CORO DELLE
NOSTRE VOCI.

martedì 2 ottobre 2007

UNA DONNA

Strinse i denti a negare
singhiozzi d’orgoglio insultato.


La caviglia fasciata di pelle,
sfidò il marciapiede.

Quattro passi più avanti di lui
che parlava a se stesso
un film muto stringeva d’assedio
i suoi boccoli sciolti.

“T’accompagno alla porta”
le disse cercando conferma.

Era già per le scale


un respiro
di vaga tristezza
disarmata ed avvinta
in un nero caftano di lana.


“Un buon cuore non basta”
le dissero i muri dipinti
“i gioielli, le labbra,
i tuoi occhi di vetro intagliato
sono armi volgari,
conquistano pallidamente.”


Sulla porta già chiusa
sostò per un attimo intero
quasi a chiedere all’anima
un velo,
un mistero visibile
più elegante dell’ombra
che aveva esiliato sul fondo.

lunedì 1 ottobre 2007

SONO TORNATA!

Volevo stupirvi con effetti speciali.
Ma qui si fa demenza, non fantascienza.

Durante la prigionia credetti di avere un'illuminazione.
Solo ore più tardi compresi che era semplicemente tornata la luce.

Tuttavia qualcosa continua a non tornarmi...
I fatti non mi cosano.
Notate alcunché di diverso?!

Special thanks to Marcodesignz per i preziosi suggerimenti.